Responsabile: Don Nicola Testamigna
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Collaboratori: Don Simone Valori, Don Paolo Bruschi, Don Filippo Milli
Alcune note di pastorale giovanile nazionale
Dopo l’esperienza dei dossier distribuiti e compilati tra i banchi di scuola della nostra Diocesi, desideriamo condividere quello che a livello nazionale sta emergendo in vista del Sinodo dei Giovani. Nel numero di gennaio 2018 in NPG (Note di Pastorale Giovanile) vi è una sintesi delle risposte che i giovani hanno dato e che le Diocesi italiane hanno raccolto per il lavoro che i vescovi si troveranno ad affrontare con il Santo Padre Francesco.
Vogliamo condividere per riflettere sulle risposte alla domanda:
Che cosa chiedono concretamente i giovani alla Chiesa oggi?
I giovani chiedono una Chiesa che sia autenticamente madre, che mostri cioè la vicinanza, accoglienza e ascolto, e sia disposta a “perdere tempo” per loro. Desiderano una Chiesa che sia “casa” con la porta aperta e che offra dunque spazi d’incontro e di dialogo, di condivisione delle esperienze vissute, di riflessione circa le questioni di maggiore attualità, di preghiera con modalità capaci di coinvolgere tutta la persona. Un’altra forte richiesta riguarda la necessità di una maggiore sobrietà e trasparenza, di coerenza e credibilità da parte dei membri della Chiesa, soprattutto di chi riveste responsabilità di guida.
Inoltre, i giovani chiedono di essere sostenuti nel loro cammino di vita, senza essere giudicati pregiudizialmente, e di poter vivere una fede esperienziale. Cercano una liturgia viva, spazi di comunicazione più profonda con i preti, relazioni gratuite e basate sulla fiducia. Si aspettano di incontrare educatori appassionati e di essere coinvolti attivamente nella vita ecclesiale. Alla Chiesa chiedono anche più unità al suo interno e maggiore concretezza; a questo proposito, ritengono fondamentale rinnovare il linguaggio ecclesiale, in modo che sia comprensibile a tutti, semplice, legato al quotidiano.
Dai giovani sale la domanda di comunità cristiane vicine alla gente e sensibili ai problemi sociali e alle sfide attuali, da affrontare in modo aperto e non dogmatico. Sentono forte l’esigenza di radicalità e libertà, incarnate da una Chiesa che non si riduca a strutture di potere e comunichi chiaramente la gioia e l’amore che provengono dal Vangelo. (da Note di Pastorale Giovanile, n.1 Gennaio 2018; pag.16-17)
Queste parole rispecchiano bene i sentimenti e i desideri che sono nel cuore dei giovani, anche di quelli della nostra Diocesi. Naturalmente questo ci deve spingere sempre più “ad uscire”, non solo dalle chiese ma anche dai nostri stereotipi mentali che ci fanno apparire le nuove generazioni senza ideali, senza passioni e senza sogni. Ma forse questo non dipenderà dalla nostra testimonianza che spesso è senza ideali, passione e sogni? Credo sia opportuno riflettere sulle nostre esperienze di fede, metterle in crisi, vagliarle come si vaglia il grano ricordandosi che solo il chicco che muore porta frutto, non quello che si compiace della propria bellezza. Gesù ce lo ripete: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia». Testimoni che non hanno paura di essere odiati, questo è ciò che i giovano desiderano incrociare per le strade.