L’Anno Santo: l’annuncio rinnovato della misericordia di Dio Padre

A Natale abbiamo celebrato la nascita di Colui che è la Speranza di tutto il mondo e di ogni uomo. È iniziato così l’Anno Santo del Giubileo inaugurato, venticinque anni dopo quello solenne del duemila, dall’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma dal Santo Padre, il Papa Francesco. Questa antica tradizione del popolo biblico invitava tutti a ritrovare le dimensioni reali della propria esistenza. La terra, e tutto quello che è creato, è di Dio. Nessuno ne è padrone o proprietario, e per questo ogni uomo ha diritto a ciò che serve per vivere. Nessuno può portarglielo via o negarglielo, e se lo ha perduto gli va restituito! Ecco la vera giustizia, vista con gli occhi di Dio, che fonda la pace vera, che Dio instaura, difende e garan-tisce con tutto se stesso, anzi proprio a partire da sé. Invia suo Figlio, il Principe della pace, Dio con noi e uomo come noi, che offre la sua vita in sacrificio per salvarci da ogni male, ristabilire la giustizia e restaurare la pace tra noi e con Lui.

La riconciliazione nei gesti concreti

Frutto di ogni Giubileo, rettamente vissuto, non può che essere la riconciliazione. Ecco perché al centro dell’Anno Santo c’è l’annuncio rinnovato della misericordia di Dio Padre. I gesti della penitenza, la preghiera per ottenere l’Indulgenza (il perdono completo di tutti i peccati commessi), il passaggio della Porta Santa (segno di Cristo che ci riunisce a Dio e al suo amore). Ma nessuna riconciliazione può avvenire se prima non si è ristabilita la giustizia nelle cose di Dio, come anche in quelle degli uomini. Il Giubileo, per essere davvero autentico e fruttuoso, ha bisogno di altri gesti oltre quelli ufficiali. Sono sempre gesti della fede, che solo la fede può inventare e sostenere, e testimoniano, nella concretezza, il cambiamento interiore che si vuol vivere. Tante sono le situazioni vicino a noi che chiedono vicinanza e sguardi nuovi. Lasciamoci ferire dalle ingiustizie e dalle emarginazioni del nostro mondo, da tutto ciò che ferisce la vita e la chiude. Diamo ascolto ai suggerimenti dello Spirito e, insieme organizziamo la Speranza!

Apriamo le porte delle nostre case ai giovani pellegrini d Speranza

Uno di questi segni potrebbe essere anche quello di aprire le porte delle nostre case per ospitare i giovani pellegrini che da tutto il mondo passeranno in Umbria per raggiungere Roma e celebrare il Giubileo. Si sta pensando una semplice ospitalità, accogliente e familiare, nei giorni 24-28 luglio, prima che i gruppi scendano a Roma per l’incontro giubilare dei giovani del mondo. È l’occasione per attivare le nostre comunità e coinvolgere i nostri giovani in un servizio che certo arricchirà molto chi lo offrirà con gioia (nei siti delle due Diocesi trovate le indicazioni per partecipare). Mi auguro di cuore che sapremo dare una viva testimonianza di quanto desideriamo la pace tra i popoli e poniamo speranza nelle nuove generazioni. Se noi cristiani, per primi, in questo anno, ci metteremo davvero in cammino per risvegliare la speranza in noi e tra di noi, pensando e realizzando segni credibili di speranza, allora davvero saremo “Pellegrini di Speranza” (come recita il tema del Giubileo), e offriremo al nostro mondo un incoraggiamento a fidarsi ancora di Dio e degli uomini fratelli e sorelle. Insieme dunque camminiamo sulle vie che la Speranza ci indica!

don Luciano, vescovo